JOE GUERCIO - 16/8/1977

Fu un giorno molto strano. Io ero con mia moglie e andavamo in Boulevard Mall perché volevo comprarmi una cravatta. Entrai nel negozio e una ragazza stava dicendo ad un’altra che Elvis era morto. 
Dissi: “Cosa dici? Elvis è morto?”. Lei rispose: “Sì, la radio lo ha appena annunciato. L’hanno trovato morto”. 
Così cercai di chiamare l’Hilton e finalmente raggiunsi Bruce Bankey e gli chiesi: “Cosa succede?”. E lui disse: “Vieni subito e ti dirò tutto”. 
Così andai all’Hilton e scoprii quello che era successo. Avrei dovuto fare le prove con Ann-Margret. Elvis e Ann-Margret erano molto amici; avevano fatto un film insieme. 
Così tornai indietro per andare al funerale. Jackie mi aspettava a Los Angeles e insieme partimmo per Memphis. 
A Graceland c’era molta gente e, tra gli altri, c’erano i ‘Blackwood Brothers’, gli ‘Stamps’ con JD che, dietro la bara, cantarono “How Great Thou Art”.
Fu un momento molto triste, veramente tanto triste, anche perché dentro sentivi un sentimento vivo verso un tuo compaesano, un amico.
Poi tornammo a Las Vegas con Ann-Margret, con l’aereo che aveva noleggiato.
La gente ti chiede: “Come ti sentivi, cos’hai provato?”. 
La mia teoria è che ci sono alcune persone che non sono destinate a vivere per invecchiare. E l’ho già detto. Non riesco ad immaginare vecchia Marilyn Monroe. Non riesco ad immaginare Elvis vecchio e James Dean o Rodolfo Valentino o chiunque tu voglia mettere nella categoria. Penso che sia così. Questo era quello che doveva succedere ed è andata così.