LARRY STRICKLAND - 16/8/1977

Ci furono solo due volte in cui, sul palco, ho visto che non stava bene. Non capivo cosa gli stesse succedendo. Le altre volte sembrava normale e felice, perché la cosa che amava di più era cantare. Quando cantava e si esibiva era sempre nella sua forma migliore, perciò non avevamo idea di quello che sarebbe successo. 
Sapevamo che aveva problemi al colon e c’erano volte in cui doveva lasciare il palco, nel bel mezzo dello show, per andare in bagno. Perciò noi eravamo al corrente di quel problema, ma mai avremmo immaginato che sarebbe morto.
Il ricordo di quel giorno è uno dei peggiori che ho.
Eravamo all’aeroporto di Nashville, in attesa di prendere l’aereo che ci avrebbe portato a Portland, Maine. Dovevamo iniziare un nuovo tour con Elvis. 
Tutto il gruppo stava in un terminal privato. Felton Jarvis venne da noi, riunendoci tutti, per dirci che aveva ricevuto una chiamata e aggiunse: “Ragazzi il tour è stato cancellato. Andate a casa e vi contatteremo per darvi maggiori informazioni”. 
Naturalmente tutti ci chiedevamo cosa fosse successo e pensavamo fosse successo qualcosa a Vernon. Forse si era malato nuovamente o forse era morto. 
Mentre guidavo verso casa, in macchina accesi la radio, così sentii la notizia. 
Mi venne in mente un sogno che avevo fatto solo tre settimane prima. Ricordo che eravamo in tour, non un tour di Elvis, ma di gospel e sul pullman mi addormentai. Feci un sogno e sognai che cantavamo ad un funerale. E’ strano, ma non erano passate tre settimane da quel sogno e noi cantavamo al funerale di Elvis. 
E’ difficile, per me, raccontare questa storia e pensare che la gente possa crederci, ma è la verità.
Pensai anche che sarebbe stato più corretto da parte loro spiegarci il motivo della cancellazione del tour. Noi eravamo vicini ad Elvis, tanto quanto chiunque altro e il nostro gruppo poi cantò al suo funerale.