TONY BROWN - 16/8/1977

Il 16 Agosto 1977 eravamo all’aeroporto al terminal privato e aspettavamo l’aereo, che era partito da Los Angeles e a Las Vegas erano saliti i musicisti, poi doveva fare tappa a Nashville per caricare tutti noi, Bobby Ogdel, me, gli Stamps, e molta altra gente. Era una bella giornata. 
Il sole splendeva, era magnifico. Improvvisamente arrivò un gran temporale. C’era un vento fortissimo. La pioggia iniziò a cadere fortissima e il vento soffiava, sembrava qualcosa di soprannaturale. 
Ad un certo punto 4-5 ragazzi della Guardia Nazionale si diressero verso di noi e li sentii mentre parlavano al telefono mobile e dissero: “Come è successo? Siete sicuri si tratti di Mr. Presley?”. 
Poi Felton Jarvis si avvicinò a noi e disse: “Il tour non si fa. Andate a casa. Vi chiameremo e vi terremo aggiornati”.
Sul momento e come primo pensiero pensai che fosse morto Vernon Presley. Non c’è bisogno di aggiungere niente. Ero sconvolto. 
Raggiunsi la mia macchina (in quel momento il temporale si era placato) e guidai fino a Riley Parkway. 
Alla radio dissero che Elvis era stato trovato senza sensi, nella sua casa e lo stavano portando in ospedale, ma si pensava fosse morto.
Il tempo di arrivare a casa e la radio disse che ne avevano dichiarato la morte.Andai al ristorante di Julienne e, per non pensare, mi ubriacai.E’ stata una fine così strana. Era destino! 
Hai presente quando senti quelle storie sui poteri soprannaturali: era una bellissima giornata, poi arriva un grande temporale e subito dopo senti una notizia simile. Per me è una cosa strana, qualcosa come un progetto soprannaturale. Però non ne sono sorpreso. Dopo aver passato tanti anni con Elvis, sai che è andato in Paradiso e probabilmente, da lassù, fa ancora tremare le città.