MYRNA SMITH - 16/8/1977

Già eravamo sull’aereo per lo spettacolo. Dopo aver ricevuto la notizia, il pilota tornò indietro a Burbank. 
Pensavamo che avessero dimenticato qualcuno e così atterrammo. Non ricordo dove, penso che fosse nello Utah, ma non ne sono sicura.
Marty Harrel, il pilota, si avventurò su un campo che poteva essere adatto come pista di atterraggio. Tutti uscirono, ma io no, perché stavo piuttosto male.
Marty salì sull’’aereo e disse: “Myrna scendi, perché quello che devo dire lo dirò una volta sola”. 
Così scesi e Marty aveva telefonato a qualcuno, non so se a Joe Esposito oppure al Col. Parker, sta di fatto che ebbe la conferma che era successo qualcosa. 
Ci fece mettere tutti in cerchio, la TCB band, quelli della California e i cantanti e disse: “Alex dice che Elvis è morto”. 
Non ti aspettavi di sentire il nome ‘Elvis’, non avresti mai pensato che sarebbe potuto morire, che gli sarebbe potuto succedere. Sembrava che lui ne fosse immune. Sì, si era ammalato. Ne aveva passate tante, ma era un fenomeno. Perciò non te l’ aspettavi che succedesse.
Oh, mio Dio. Che cosa è successo, quando è morto? E’ un momento in cui non si pensa a cose del tipo: dove andrò quando muore? Che cosa succederà? 
Non volevo pensare a cose di questo tipo. Pensavo solo che l’avevo perso. Cominciai a correre sulla pista presa da un impeto di pazzia, fino a che riuscirono a prendermi e dovettero sedarmi dandomi del Valium.
Quando l’aereo atterrò a Burbank, avevo ripreso i sensi e andai a casa. Presi subito il telefono e feci la mia prenotazione del volo ed ebbi la possibilità di essere presente al suo funerale.
Sono stata fortunata perché dopo un’ora non avrei più trovato un posto, anche se mi dimenticai di prenotare l’hotel. 
Quando tornai a casa, nei giorni seguenti, piangevo e mi disperavo, mia madre disse: “Non fa parte della nostra famiglia! Cosa piangi a fare, perché ti disperi?”. “Perché lo amo, è come un fratello!”. “Ma tu hai già un fratello!”. 
Al tempo non lo capiva, ma adesso sì.